CIRCUITO ATTORNO AL CUORE DEI PIRENEI. Colli panoramici, circhi spettacolari, canyon profondi, laghi scintillanti e borghi accoglienti.
Frontiera naturale che separa la Spagna dal resto d’Europa, la catena montuosa dei Pirenei si spiega orizzontalmente con oltre 200 cime al di sopra dei 3.000 mt. di altezza, un’abbondante vegetazione, svariati fiumi e moltissimi paesi che si adagiano sulle loro pendici e che ci porteranno alla scoperta di un modo di vivere davvero unico. Sul lato francese i Pirenei sono adagiati a sud dell’Occitania e della Nuova Aquitania; nel versante spagnolo, la catena montuosa si dipana a nord fra le regioni della Navarra, dell’Aragona e della Catalogna.
Ma il nostro è anche un viaggio pasquale alla ricerca di usanze e tradizioni che sconfinano fra un paese e l’altro, unendo le genti in un unico afflato religioso.

Decolliamo il giovedì con un volo che atterra a Tolosa, in Francia e ci dirigiamo a St-Lizier. Questa è una regione rinomata per le ripide vallate e i panorami selvaggi. Il villaggio risale all’epoca romana e nel medioevo era un importante centro religioso; la cattedrale nella città bassa custodisce affreschi bizantineggianti e un chiostro con colonne intagliate mentre la cattedrale della città alta regala il panorama migliore.

Ripartiamo verso sud-est per raggiungere il Principato di Andorra. Prevalentemente montuoso, questo piccolo territorio è incastonato nei Pirenei tra Francia e Spagna con una superficie di soli 468 km² e un perimetro di 120 km. È considerato il 6° Stato più piccolo d’Europa con una popolazione che conta circa 80.000 abitanti! La leggenda racconta che Carlo Magno in persona abbia fondato Andorra nell’805, quale riconoscimento per l’aiuto durante le sue campagne contro i saraceni.

Dopo una passeggiata nella capitale La Vella ci dirigiamo a est. Approcciamo il lato francese passando dalla spagnola Puigcerda. In catalano questo nome significa collina e questa cittadina sorge infatti su un promontorio relativamente piccolo in confronto alle montagne circostanti. Il panorama è stupendo.

Entrati in terra francese imbocchiamo la strada che porta a Perpignan. Siamo sulla via che tocca alcune tra le più importanti testimonianze dell’architettura romanica del Roussillon. La prima a venirci incontro è l’abazia di St-Michel- de-Cuxa. Fondata nel secolo IX cadde in stato di semi abbandono finché negli anni ‘50 parte del chiostro non venne portato a New York e con i benefici di quella cessione, fu restaurata. Subito dopo appollaiata in alto sulle pendici a nord del Pic du Canigou, la montagna sacra dei catalani, si trova il convento di Serrabone; forse riusciamo, nella boscaglia, ad intravedere la semplice torre quadrata e l’abside rotonda di questa remota abazia romanica.

Raggiungiamo Perpignan in tempo per il pranzo libero. In questa località catalana si respira l’aria del sud, le palme abbelliscono la passeggiata lungo il fiume, le case e i negozi hanno le facciate dipinte di rosa e turchese mentre nelle strade del quartiere arabo si vendono erbe aromatiche, couscous e paella…eppure siamo in Francia! L’atmosfera è proprio catalana soprattutto durante la processione del venerdì Santo quando sfilano gli incappucciati della confraternita del prezioso sangue I cui membri si dedicavano, nel XV secolo, al conforto dei prigionieri condannati a morte.

Oggi i confratelli indossano macabre tuniche rosse e nere e trasportano in processione le reliquie e il crocifisso dalla cappella del Devoto Cristo alla Cattedrale. Eccoci alla processione annuale De La Sanch!

L’atmosfera è già accesa mentre mangiamo qualcosa prima di dirigerci verso il luogo da cui escono gli incappucciati esattamente alle ore 15:00! Ritroviamo Roberto qualche ora dopo e rientriamo in Spagna lungo una strada panoramica per raggiungere Ripoll dove ceniamo e pernottiamo. Da questa località montana partivano un tempo le incursioni contro i mori e resta oggi tappa irrinunciabile per il Monestir de Santa Maria.

Eretto nel 888, conserva sotto il portico della chiesa romanica, risalente al XII secolo, uno strepitoso portale, il più raffinato esempio di scultura romanica catalana! Bellissimo anche il chiostro con 252 colonnine binate dai capitelli istoriati con scene sacre, mitologiche e di vita quotidiana. Continuiamo in direzione ovest finché raggiungiamo La Seu d’Urgell.

Questa antica città dei Pirenei divenne un vescovado nel VI secolo sotto i Visigoti. Le faide tra i vescovi di Urgell e i conti di Foix, per i possedimenti terrieri, determinarono, nel XIII secolo, la nascita di Andorra. Al centro della città vecchia, con bassi portici, si erge la Seu, severa cattedrale romanica dedicata a Maria e terminata nel 1183. Nell’ultima fase costruttiva il cantiere fu diretto dal maestro Raimondo che avvicinò l’edificio agli stilemi del romanico lombardo come si nota osservando la bella facciata chiusa tra due torri, ornata in alto da archetti e da una cornice a motivi geometrici.

Proseguiamo in direzione della Vall de Boi. È grazie alla successione di chiese romaniche, eccezionali per purezza architettonica e unitarietà di stile, che questa valle è stata inclusa nella lista dell’Unesco. Risalenti ai secoli XI e XII secolo, queste chiesette sono caratterizzate da alte torri campanarie e conservavano all’interno stupendi affreschi. Il centro principale della valle è Barruera con belle case dai tetti di ardesia e balconi in legno scolpito ma il villaggio più bello è senz’altro Taüll molto ben conservato e considerato il tempio del romanico catalano. Nel 1123 San Raimondo consacrò qui le due chiese di Santa Maria e San Climent.

Lo scenario montuoso che ci circonda fa parte dell’unico Parco nazionale della catalogna, tra i più spettacolari dei Pirenei che fu istituito nel 1955 coprendo un’area di 102 km quadri.

Indugiamo anche il pomeriggio in questa bellissima valle prima di tornare indietro e di metterci nella strada che porta a Vielha. Capitale della Valle di Arán e circondata da vette che superano i 2000 metri, questa cittadina, dove ci fermiamo per la cena e il pernottamento in un Parador, risale all’epoca romana, quando era conosciuta con il nome di Vetula e, secondo la leggenda, era la patria del gigante Mandronius, che lottò contro l’invasione dei romani.

Riprendiamo la strada sempre in direzione ovest ed entriamo in Aragona. Ainsa, nel medioevo capitale del regno di Sobrarbe, ha mantenuto il suo fascino ed è considerata il borgo più bello dei Pirenei aragonesi con la romanica collegiata del XII secolo, la pittoresca Plaza Mayor chiusa da portici e le antiche mura difese da torrioni.

Dopo una passeggiata nella piccola cittadina risaliamo in pullman per raggiungere Jaca. Le sue origini risalgono al II secolo d.C. mentre nell’VIII secolo la città respinse valorosamente i mori, evento commemorato nella festa della Victoria, e nel 1035 divenne la prima capitale del regno di Aragona. La cattedrale dell’XI secolo è una delle più antiche in Spagna anche se l’interno venne rimaneggiato nel ‘500. Se il tempo ce lo consente, una visita merita il Museo Diocesano interessante per le opere di pittura romanica e gotica e soprattutto per gli affreschi provenienti da chiese di diverse località.

Continuando sempre a ovest, oltrepassiamo la valle de Roncal che si estende in linea perpendicolare ai Pirenei e vive dell’allevamento di pecore. Il villaggio di Roncal infatti, è noto per i suoi formaggi. A causa della sua posizione molto isolata gli abitanti hanno conservato una forte identità e in occasione delle feste indossano ancora i costumi tradizionali. Questa è inoltre la patria del pastore dei Pirenei, molto simile al nostro maremmano! Questa porzione dei Pirenei centrali si caratterizza per la presenza di vette prossime di 3000 mt. e conserva un notevole patrimonio architettonico soprattutto nei dintorni di Jaca, basta citare il Monasterio de San Juan della Peña, eretto sotto una propaggine rocciosa, tra i primi a custodire il leggendario Santo Graal… Per il pernottamento e la cena raggiungiamo Pamplona che visitiamo il lunedì di Pasquetta.

La città-fortezza, probabilmente fondata dal generale romano Pompeo nel IX secolo, divenne la capitale della Navarra. Oggi è nota a livello internazionale per la potente università dell’Opus Dei e per la celeberrima corsa dei tori che si tiene a luglio. Antico centro fortificato romano ai piedi dei Pirenei occidentali, per alcuni anni fu occupata dai mori che vennero poi scacciati grazie ai Franchi. La Plaza del Castillo è oggi il cuore della città: ampia e animata, sulla quale si affacciano palazzi, alberghi e numerosi caffè. La Calle Mayor è la via sulla quale si affacciano i palazzi più importanti fra i quali il bellissimo Ayuntamiento con la bella facciata decorata. La cattedrale è un austero edificio gotico-francese eretto tra la fine del XIV e l’inizio del XVI secolo sul sito dell’antica cattedrale romanica; dal transetto, passando dalla Puerta de la Preciosa, ornata in modo incantevole da capitelli istoriati, si accede al chiostro delimitato da eleganti quadrifore fiorite e dalle cuspidi a trafori. Ripartiamo dopo la visita in direzione di Roncisvalle, sul versante spagnolo di uno dei passi che attraversano i Pirenei, una delle grandi tappe lungo il Cammino di Santiago.

Prima di essere associata ai pellegrini nel 778, questa cittadina, fu teatro di una battaglia nella quale i baschi della Navarra uccisero la retroguardia dell’esercito di Carlo Magno in marcia verso casa. Questo evento è narrato nel poema epico francese del XII secolo la Chanson de Roland… La mente corre ai sudati libri della nostra gioventù e immediato è il richiamo alla memoria del prode ed eroico paladino che rifiutò di suonare il corno perché richiamare rinforzi sarebbe stato causa di eterno disonore… Oltrepassiamo ancora il confine per raggiungere, in Francia, St-Jean-Pied-de-Port ai piedi del passo di Roncisvalle.

Il comandante Roland fu ucciso proprio qui… sostengono i francesi! In tutto il medioevo questa città-fortezza di arenaria rossa fu famosa perché luogo di incontro dei pellegrini di Compostela. Quando avvistavano l’arrivo di un gruppo di pellegrini, i paesani suonavano le campane per indicar loro la via, mentre i pellegrini rispondevano cantando. Siamo in Aquitania e dobbiamo fare una deviazione per raggiungere Oloron-Ste-Marie, famosa per la produzione di copricapi chiamati baschi.

L’influenza spagnola è evidente nelle architetture dalle volte in stile moresco. Per la cena e il pernottamento raggiungiamo Pau. Non ci perdiamo la bellissima vista dal boulevard des Pyrenees, un lungo viale, voluto da Napoleone, che per quasi 2 chilometri corre su una balconata naturale a strapiombo sul Gave de Pau. Lourdes è vicina e, pur se breve, un tempo glielo dobbiamo dedicare…

Si tratta di una delle più importanti mete europee di pellegrinaggio e deve la sua fama alle visioni della Vergine da parte della quattordicenne Bernadette nel 1858. Ci diamo un po’ di tempo libero per le visite individuali prima di riprendere il pullman per raggiungere Saint-Bertrand-de-Comminges, in una splendida posizione all’inizio della valle della Garonna. Il villaggio fu fondato dai romani nel 72 a.C. ed è ancora cinto dalle mura medievali. La sua cattedrale è un poderoso edificio che presenta alcune parti romaniche e altre in stile gotico; all’interno, al centro della navata, c’è un bellissimo tramezzo ligneo ad arcate gotiche con bassorilievi rinascimentali e stupendi stalli del coro.

Per la cena e il pernottamento arriviamo a Tolosa. Se il tempo ce lo consente facciamo una passeggiata in città prima di raggiungere, in prossimità dell’aeroporto, il nostro hotel. Decolliamo la mattina del giorno successivo con un volo diretto che ci riporta in Italia.
Da giovedì 17 a mercoledì 23 Aprile 2025 – Pasqua
La quota di partecipazione (base 35 partecipanti) è fissata in Euro 1.140,00 (iscritti sostenitori Euro 1.130,00) comprensive di: di Volo lowcost A/R su Tolosa – franchigia bagaglio a mano (i bagagli viaggeranno sul pullman che ci precede via terra, attrezzato per il tour) – pullman granturismo – sistemazione in hotel 3* e 4* in camere doppie in trattamento di prima colazione e cena (ad esclusione della prima che sarà libera) – visite guidate ove previste – tutti gli ingressi indicati – assicurazione medico/bagaglio – guida/accompagnatore al seguito. Adesioni entro il 13 Febbraio con il versamento di euro 300 a titolo di caparra. La data del saldo e il programma dettagliato saranno comunicati ai partecipanti.
Tour in programmazione
Guida/accompagna: Annaluisa Gori – guide: locali – Driver: Roberto


FORLÌ. Musei di San Domenico: “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”, la Villa Romana di RUSSI, passeggiata a REGGIO EMILIA, alla Fondazione Magnani Rocca di MAMIANO DI TRAVERSETOLO: “Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal 900 ad oggi” e la bella CARPI.
La prima visita del sabato, dopo una sosta per il caffè, è Forlì per l’ingresso alla mostra: “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”. Nei secoli, ritrarre il proprio volto è stato, per ogni artista, una sfida, un tributo, un messaggio, una proiezione, un esercizio di analisi profonda che mostra le aspirazioni ideali e le espressioni emotive, ma che rivela anche la maestria e il talento. Nell’autoritratto il pittore si sdoppia nel duplice ruolo di modello e di artista.

L’occhio si posa sull’immagine riflessa per ritrarsi e l’immagine ritratta è un alter da sé ed è un sé. Attraverso quasi 200 opere che spaziano dal Quattrocento al Novecento, la mostra rivela i molteplici significati racchiusi in un volto dipinto o scolpito.Dalla necessità di affermare il proprio ruolo sociale, tipica del Rinascimento, fino alle ricerche più intime e tormentatedel XX secolo, l’autoritratto diventa un atto di analisi e dichiarazione: un “autografo esistenziale” con cui l’artista consegna ai posteri non solo i propri tratti somatici, ma soprattutto la propria visione del mondo. Lo specchio, così come la maschera, si trasforma in simbolo centrale: strumento pratico per catturare un riflesso e, al tempo stesso, metafora del doppio.

In questo gioco di rimandi,il pubblico è invitato a riflettere sull’identità personale, sull’aspirazione all’eternitàe sull’effimera fama contemporanea dei selfie. Una mostra che, rievocando la figura mitica di Narciso, invita chi guarda a interrogarsi sulla natura dell’arte e del suo più affascinante protagonista: l’artista stesso. In mostra Giovanni Bellini, Tintoretto, Pontormo, Parmigianino, Rembrandt, Tiziano, Hayez, De Chirico, Balla, Sironi, Bacon, Bill Viola…e molti altri.

Dopo la visita della mostra e il pranzo libero raggiungiamo Russi per visitare la Villa Romana. Rivenuta negli anni ’50 del 1900, costituisce uno degli esempi meglio conservati di villa urbano-rustica dell’Italia settentrionale ed esemplifica una delle tante residenze appartenenti a proprietari terrieri che punteggiavano le campagne dell’Emilia Romagna in età romana. Il suo aspetto attuale è il risultato di ampliamenti e trasformazioni successive databili tra la tarda età repubblicana (fine II – inizio I secolo a.C.) e la media età imperiale (II secolo d.C.). Era allora il centro di un podere agricolo, che vendeva i suoi prodotti come approvvigionamenti della flotta navale imperiale Classis Praetoria stanziata a Ravenna a difesa del Mediterraneo orientale. La collegavano a Ravenna sia il vicino fiume Lamone sia la via Faventina che partiva da Firenze e, attraverso Faenza, giungeva a Ravenna. Raggiungiamo Reggio Emilia per una passeggiata, la cena e il pernottamento in un hotel del centro.

Conosciuta come città del tricolore poiché qui, nel 1797, fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale, è stato il cuore della contea di Matilde di Canossa. Oltre alla sua gastronomia, alla qualità di vita e agli “asili più belli del mondo”, Reggio Emilia è anche città d’arte. Ne sono simboli la seicentesca Basilica della Ghiara, il famosissimo teatro municipale Valli, Piazza Prampolini, più nota come Piazza Grande, la bella cattedrale, il battistero e il palazzo municipale…
La mattina della domenica, dopo la prima colazione, ci dirigiamo alla Villa delle Meraviglie, la Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo dove è organizzata la mostra: “Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal ‘900 ad oggi”. I fiori, con la loro bellezza effimera e la loro carica simbolica, hanno ispirato generazioni di artisti. In mostra 150 capolavori “floreali” dei più grandi maestri dell’arte italiana, da fine Ottocento fino alla contemporaneità. Le Ortensie di Segantini, Longoni e Fornara, le Dalie di Previati e Donghi, l’esplosiva Flora magica di Depero e i mazzi ipnotici di fiordalisi, papaveri e margherite di Casorati, il Gladiolo fulminato di de Pisis e i Crisantemi di de Chirico e Cremona. Accanto a queste meraviglie, le sale della Villa ospitano un percorso che attraversa Simbolismo, Futurismo, Realismo magico, Astrazione e le nuove forme espressive della contemporaneità. Il fiore non è mai solo un fiore.

Per Boldini è un simbolo di grazia, per de Pisis un’esplosione cromatica e una riflessione sulla caducità della vita, per Morandi una meditazione silenziosa… Dopo la visita, per il pranzo libero sulla via del rientro, ci fermiamo a Carpi. La bella cittadina conserva ancora numerose testimonianze del borgo medioevale come il Piazzale di Re Astolfo, centro della città fino all’inizio del ‘500 e tuttora cuore della città medievale.

La basilica Cattedrale dell’Assunta fu progettata da Baldassarre Peruzzi che seguì il modello bramantesco e raffaellesco della basilica di San Pietro in Vaticano ricalcandone gli elementi classicheggianti derivati dai modelli della cultura romana… Ripartiamo nel primo pomeriggio in tempo utile per rientrare a casa all’ora di cena.
Sabato 17 e domenica 18 maggio 2025
La quota di partecipazione (min. 35 persone) è fissata in Euro 200,00 (soci sostenitori Euro 195,00) comprensive di: pullman granturismo – sistemazione in hotel 4* in centro a Reggio Emilia in camere doppie con servizi privati, in trattamento di mezza pensione (prima colazione e cena) – tasse di soggiorno – tutti gli ingressi indicati – guide locali ove previste con microfonaggio obbligatorio – assicurazione medico/bagaglio – guida/accompagnatore al seguito. Adesioni entro il 12 Aprile con il successivo versamento della quota di partecipazione. Il programma dettagliato sarà comunicato ai partecipanti.
Guida/accompagna: Annaluisa Gori – Guide interne ai Musei di San Domenico, alla Fondazione Magnani Rocca e alla Villa Romana di Russi – Driver: Roberto
Tour in programmazione

SVIZZERA. Silenziosa e rigenerante.
Lugano, Bellinzona, Berna e Basilea, centri storici medievali e architetture avveniristiche, montagne svettanti, laghi alpini e cascate pittoresche, fienili e mucche al pascolo adornano panettoni erbosi e prati verdissimi…

Partiamo il venerdì, se a tutti i partecipanti fosse possibile anche in mattinata…altrimenti nel primo pomeriggio dopo la scuola e il pranzo. La prima sosta, entrati in Svizzera, è per Lugano, in bella posizione sulla sponda nord-occidentale del lago omonimo in una baia a forma di arco dal clima eccezionalmente mite, la vegetazione rigogliosa di tipo mediterraneo, la ricchezza e il lusso nei negozi che si allineano sulle vie del centro storico.

In questa città le sperimentazioni architettoniche di Mario Botta si alternano alle meraviglie del tardo rinascimento che trovano la loro migliore espressione in Santa Maria degli Angioli dove campeggia il grande affresco del tramezzo, ultima opera di Bernardino Luini, allievo di Leonardo. Continuiamo in direzione di Bellinzona.

Nel 2000 i suoi castelli e le sue fortificazioni sono stati dichiarati patrimonio Unesco. Il carattere di città murata è ancora ben visibile mentre nella chiesa conventuale di Santa Maria delle Grazie, dagli esterni semplici con facciata a capanna, sono custoditi notevoli affreschi attribuiti alla cerchia del Borgognone. Proseguiamo lungo il corso dell’Aare e ci vengono incontro i laghi di Brienz e di Thun sulle cui sponde si trovano paesini caratterizzati da architetture sei-settecentesche e dall’immancabile presenza di castelli e chiese romaniche mentre sullo sfondo svettano le grandiose Alpi Bernesi.

Finalmente raggiungiamo Interlaken, la città dei tre laghi che deve la sua fama al superbo panorama affacciato sugli scintillanti ghiacciai della Jungfrau, la barriera boscosa del roccioso Harder e la caratteristica piramide del Nielsen. La cittadina ha un bellissimo viale alberato, fiancheggiato da negozi ed alberghi in stile Belle Epoque. Riprendiamo l’itinerario piegando a sinistra in direzione di Berna, capitale federale e capoluogo del cantone omonimo.

L’incantevole città medievale, patrimonio Unesco dal 1983, conserva un’atmosfera spettacolare grazie alle sue fontane, alle caratteristiche facciate in mattoni, ai vicoli in acciottolato, alle storiche torri. Raggiungiamo l’hotel per il pernottamento di due giorni. La mattina successiva, dopo la prima colazione, incontriamo la nostra guida e iniziamo le visite dalla terrazza panoramica di Rosengarten, in modo da ammirare la città dall’alto, quindi raggiungiamo la zona dove venne creata la “fossa degli orsi” alla metà del XIX secolo e l’odierno Bärengraben e, attraversato il ponte Nydegg, vediamo dove sorse il primo nucleo cittadino.

Da lì ci addentriamo nel centro storico e passeggiamo sotto i portici per ammirare le inconfondibili costruzioni in pietra arenaria, gli affascinanti vicoli e i maestosi edifici. Sostiamo di fronte alla Zytglogge (Torre dell’Orologio) e ammiriamo le numerose fontane; dopo la visita della cattedrale, la più grande chiesa tardo medievale della Svizzera, sostiamo nella vicina terrazza panoramica e infine raggiungiamo la Bundesplatz (la piazza federale), per la pausa pranzo.

Nel pomeriggio riprendiamo il bus per raggiungere il Zentrum Paul Klee, museo capolavoro di Renzo Piano, che conserva la più ricca collezione di opere del famoso artista. Fino al 22 giugno ci sarà una mostra temporanea dedicata a Le Corbusier, davvero interessante, oltre ad una panoramica delle opere di Klee al piano inferiore.

Approfittiamo del pullman per fare una tappa al Westside Shopping and Leisure Centre, progettato dall’architetto Daniel Libeskind e poi rientriamo in città per la cena libera e il secondo pernottamento. Il quarto giorno, dopo la prima colazione, ripartiamo, sempre con la nostra guida, in direzione di Basilea.

Il centro storico dell’antica Basilia, seconda città svizzera per residenti, è caratterizzato dalle strette viuzze e dalle piazze nascoste con oltre 200 fontane, dai numerosi edifici secolari e dai punti di grande richiamo visivo come il Palazzo del Municipio, il ponte sul Reno Mittlere Brücke (costruito nel 1226) e la Cattedrale romanico-gotica, una tra le più belle architetture religiose tardo-medievali dell’Europa centrale che conserva i resti di Erasmo da Rotterdam. Per quanto riguarda l’architettura contemporanea, tema della nostra visita di Basilea, apprezziamo la stazione dei vigili del fuoco di Zara Hadid, l’Unione delle Banche Svizzere progettata da Botta, un paio di chiese d’impianto avveniristico…

Riprendiamo il pullman per raggiungere, a una manciata di chilometri, Riehen e vedere gli esterni della Fondazione Beyeler, un’esperienza unica che ha inizio non appena si arriva: il luminoso edificio dell’architetto italiano Renzo Piano con il suo incantevole parco dal prato verdissimo sul quale si alternano alberi e statue.

Infine a Weil Am Rheim si trova il Vitra Design Museum, progettato dall’architetto californiano Frank Gehry, uno dei più importanti musei di architettura e design industriale del mondo, che permette di sondarne il rapporto con l’architettura, l’arte e la cultura di tutti i giorni; punta di diamante del museo è la collezione, assolutamente unica, di arredi, luci e interior design. Si termina la visita con il Vitra Schaudepot che si presenta come un volume monolitico in mattoni, caratterizzato da una facciata del tutto priva di finestre e un semplice tetto a due spioventi.

L’interno offre le condizioni ideali per la conservazione dei pezzi preziosi della collezione. Raggiungiamo l’aeroporto in tempo utile per il nostro volo che decolla in serata e in poco più di un’ora atterra a Venezia. Rientriamo a Udine in tarda serata.

30 – 31 Maggio 1 e 2 Giugno 2025
La quota di partecipazione (base 35 persone) è fissata in euro 670,00 (soci sostenitori euro 660,00) comprensivi di: pullman granturismo – hotels centrali 3/4* a Lugano e a Berna in trattamento di pernottamento e prima colazione – tasse di soggiorno – uno o due pranzi sportivi lungo il percorso – volo Basilea/Venezia – franchigia trolley a mano cm. 45 x 36 x 20 – tutti gli ingressi indicati nel programma – guida locale a Berna e Basilea – assicurazione medico/bagaglio – guida/accompagnatore al seguito. Adesioni entro il 12 Aprile con il versamento di euro 200 a titolo di caparra. Il programma dettagliato sarà comunicato ai partecipanti.
Guida Maria Laura Delpiano – accompagna: Annaluisa Gori – Driver Roberto.
Tour in programmazione


In conformità con le normative vigenti in materia, i viaggi si avvalgono dell’organizzazione tecnica di A. di V. abilitate. I tour in programmazione non sono confermati ma solo proposti. All’atto della conferma i partecipanti riceveranno foglio notizie con eventuali variazioni e dettaglio degli operatori. I tour sono riservati agli iscritti, ai soci sostenitori e ai loro familiari.
Per i viaggi: Comunicazione obbligatoria ai sensi dell’art. 16 della legge n. 269 del 3 agosto 1998:
“La legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione e alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all’estero”